ATALANTA 6.5: Un’altra penalizzazione sul groppone, ma l’Atalanta è squadra solida. I nerazzurri procedono spediti sulla strada già tracciata lo scorso anno, puntellata da pragmatismo e fiducia. Le vittorie su Milan e Inter i punti più alti del girone di andata.
BOLOGNA 6: Un autunno travagliato, con sei gare di fila senza successo. Pioli traballa, poi indovina i successi giusti per restare in linea di galleggiamento. Diamanti e Gilardino gli assi nella manica, le vittorie per 3-2 a Roma e Napoli gli exploit rossoblù.
CAGLIARI 5.5: Il saliscendi sull’ottovolante sardo non contempla solo affari di campo. I pasticci di Is Arenas e le difficoltà finanziarie minano la serenità in casa cagliaritana. Il cambio in panchina, affidata alla coppia Pulga-Lopez, non è stato completamente risolutivo.
CATANIA 6.5: Maran, uno degli allenatori più bravi eppure più sottovalutati d’Italia, ha ereditato nel migliore dei modi la ricca eredità di Montella. Il Catania è isola felice, non respira i gas tossici della zona retrocessione, si permette il lusso di rifilarne quattro alla Lazio.
CHIEVO 6: Cinque sconfitte consecutive hanno interrotto l’idillio tra Di Carlo e il Chievo. Ma i gialloblù sono squadra operaia: ci si rimbocca le maniche e ci si dà da fare. Risultato? Corini ha traghettato la squadra in porti sicuri, il pandoro per ora non glielo toglie nessuno.
FIORENTINA 8: Loro i rottamati, al contrario del loro sindaco, li accolgono. E li rigenerano: da Aquilani a Pizarro, passando per il figliol prodigo Toni e Borja Valero. Date questi giocatori in mano a Montella e avrete un miracolo sportivo: belli e vincenti.
GENOA 4: Quer pasticciaccio brutto di Pegli. Preziosi continua a smontare e rimontare il Genoa, come fosse un giocattolo di quelli che commercia. Silura De Canio quando è a metà classifica e si ritrova impantanato in un caruggio fangoso con Delneri.
INTER 6.5: Fino alla trasferta trionfale di Torino, Stramaccioni era così adorato che avrebbe vinto pure Miss Italia, se si fosse presentato. E poi, misteriosamente, l’Inter si è sgretolata. Due vittorie in sette partite, un po’ pochino. E la Juve ha già preso il largo.
JUVENTUS 9: Quattordici vittorie su diciotto partite, primo posto in cassaforte, qualificazione in Champions ai danni dei campioni in carica del Chelsea. La Juve è impressionante, con o senza Conte in panchina. A proposito, “ho pauraaaaa” adesso lo dicono gli avversari.
LAZIO 7.5: Ci voleva un pizzico di filosofia balcanica per scrostare dal volto della Lazio l’etichetta di incompiuta. Il secondo posto in classifica è meritato: la Lazio gioca a testa alta e con piena coscienza della propria forza. Momento più bello il derby vinto.
MILAN 5: Il voto ai rossoneri è una media tra il 3,5 di inizio stagione e il 6,5 dell’ultimo mese. La squadra è in crescita dopo un avvio shock, ma la ruggine è ancora visibile. Le note liete sono El Shaarawy e De Sciglio, la partita da ricordare è il successo sulla Juve.
NAPOLI 6: Non solo calcioscommesse. È un Napoli che ha perso lo smalto dei giorni migliori, l’effetto Mazzarri pian piano sta svanendo. È il sogno di una notte di mezza estate che se ne va: la sconfitta contro la Juve il canto del cigno, Napoli piange, trafitta al cuore.
PALERMO 4.5: Scombussolare l’assetto societario e tecnico dopo meno di un mese di campionato è fortemente sconsigliato. Via Sannino, via il ds Perinetti, Palermo è una polveriera: la squadra è zoppicante, la classifica è gemente. Di buono solo il successo nel derby.
PARMA 6.5: A Parma non hanno bisogno né della luce abbagliante dei riflettori né dei titoloni sui giornali. Loro sono fatti così, fanno le cose per bene, con cura e si trovano, non per caso, ottavi in classifica. E si tolgono lo sfizio di battere Roma e Inter.
PESCARA 6: È la squadra più debole del campionato, tormentata dal destino di essere la cenerentola del torneo. Con forza e dedizione, gli abruzzesi ora sono fuori dagli ultimi tre posti, quelli bollenti. Lo spirito è combattivo, i risultati (ogni tanto) arrivano.
ROMA 6.5: Pareggi deludenti, pirotecniche sconfitte, harakiri da bollino rosso: la seconda giovinezza di Zeman sulla panchina giallorossa sembrava ricalcare la via crucis di Luis Enrique. Poi la svolta: cinque vittorie nelle ultime sei gare, che spettacolo contro Fiorentina e Milan.
SAMPDORIA 5: Sette sconfitte consecutive tra fine settembre e metà novembre, una striscia aperta di quattro partite senza vittoria, un allenatore già saltato. Questa Sampdoria sembra esaurire la benzina proprio quando non dovrebbe, mentre fuori sta diluviando.
SIENA 5: Non deve essere una cosa simpatica partire con sei punti di penalizzazione. Ma è un Siena cui è mancata la frustata decisiva per abbandonare l’ultimo posto, cosa che Cosmi ha pagato a caro prezzo. Ma che bello battere l’Inter a San Siro.
TORINO 6: Poco 4-2-4, ma molta sostanza. Il Torino finora ha fatto quanto doveva, riuscendo a puntellare la classifica nei momenti di maggior difficoltà. Tornare a respirare aria di serie A dopo tre anni non è stato traumatico, almeno non quanto incontrare la Juve.
UDINESE 6: Il treno è passato, il sogno Champions si è congelato in una notte d’agosto. Guidolin sembra sull’uscio, ma ha avuto il merito di evitare la liquefazione della squadra: l’Udinese naviga in acque tranquille e sa pure vincere a casa di Zeman.