Non è una coppa per vecchi (e italiani)

12 aprile 2013

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Non ci sono italiane, c’è il meglio del calcio europeo. Due proposizioni che, purtroppo, sono tenute insieme da una relazione stringente: nei tapponi di montagna, le squadre italiane perdono contatto con i primi della classe. Spagna e Germania hanno portato in semifinale di Champions due rappresentanti a testa, lasciandoci con il cerino in mano e la convinzione che il calcio nostrano sia un gradino sotto i colossi d’Europa. Tra le magnifiche quattro manca anche l’Inghilterra, la cui bandiera però sventola ancora in Europa League grazie al Chelsea. Il nostro tricolore, purtroppo, è ammainato.

Che il calcio italiano viva un momento di sofferenza è un dato di fatto. Una sofferenza economica, di idee, di cultura sportiva. I nostri euroavversari ci mangiano in testa: noi, per loro, siamo solo “chiacchiere e distintivo”.

Non è tutto da buttare. La Juve è il punto di riferimento, sia per l’idea tattica di Conte sia per il modello gestionale, dove lo stadio di proprietà è il fiore all’occhiello. Però, oltre i bianconeri, il nulla. Il Milan vive più di guizzi che di progetti, più di star che di collettivo. L’Inter ha vissuto l’epopea felice con Mourinho, ma dopo l’addio con il portoghese si è ridotta a carta straccia: simul stabunt, simul cadent. Un rischio che, in realtà, potrebbe correre anche la Juve quando Conte farà i bagagli.

E quindi come raggiungere chi sta più in alto? Il calcio italiano è in perdita cronica e grossi investimenti non se ne possono fare. Passata l’era d’oro del calciomercato in versione supermarket, si è palesata la pochezza di intuizioni: c’è chi ha fatto e disfatto, chi ha ricoperto d’oro totem senza alcuna potenza agonistica, chi ha rastrellato il più che poteva senza badare al coefficiente utilità. Ma senza una grossa disponibilità economica è comunque possibile costruire grandi squadre: il Borussia Dortmund, che nel 2005 è stato vicino al fallimento e ha rischiato di salutare la Bundesliga, è oggi in semifinale di Champions e con i titoli tedeschi delle ultime due stagioni in bacheca. Senza svolazzi, con un’idea di gioco forte ed efficace. Presupposto fondamentale: la fiducia in una crescita costante. Dopo il flop europeo dello scorso anno (4 punti nel girone piuttosto agevole con Arsenal, Marsiglia e Olympiakos), quest’anno la squadra di Klopp è stato un rullo compressore ed è l’unica formazione imbattuta della competizione. Un esempio che può far ben sperare la Juve per il futuro e indirizzare il nostro calcio verso un processo affine.


L’epopea della Spagna a un bivio

26 marzo 2013

Francia o Spagna, purché se magna. Ma qualcuno, stasera, potrebbe restare a digiuno. E quel qualcuno, incredibilmente, sono i campioni del mondo e d’Europa in carica: la mitica Spagna. Lo scenario sembra fantascientifico, ma neanche tanto a guardare la situazione di classifica: le furie rosse rischiano di perdere il treno che porta dritto a Brasile 2014. Nel girone I del gruppo europeo, infatti, la squadra di Del Bosque è due punti dietro la Francia, complice il mezzo passo falso di venerdì scorso contro la Finlandia. E stasera è scontro all’ultimo sangue a Saint-Denis: ai transalpini basterebbe un pareggio per conservare la prima posizione e inguaiare così gli spagnoli, che vedrebbero vicinissime le forche caudine degli spareggi (cui si accede da seconde del girone).

Per capire quanto gli spagnoli tremino, basta dare un’occhiata alle testate giornalistiche. “Es nuestra noche”, titola Marca, “la nostra notte”: una notte da dentro o fuori perché, come riporta l’apertura della pagina web, serve solo “ganar, ganar y … ganar” (vincere, vincere e ancora vincere). “Allons enfants de la Patrie”, titola As riprendendo le parole dell’inno francese, alla vigilia di un incontro chiamato “decisivo”.

Comunque vada, sarà interessante capire lo stato di salute della Spagna. In un periodo in cui le squadre più rappresentative, Barça e Real Madrid, hanno mostrato più di una crepa, andando vicinissime all’eliminazione dalla Champions, tocca alla Seleccion spazzare via le paure. All’andata finì 1-1, con Giroud che riprese in pieno recupero la Spagna, avanti nel primo tempo con Sergio Ramos. Ma il ricordo più vivo resta quello dei quarti di Euro 2012, quando le furie rosse strapazzarono la Francia con un netto 2-0. Una gara rimasta impressa non tanto  per il risultato, quanto per l’abilità degli spagnoli nel non far entrare mai in partita gli avversari. Vedremo, a distanza di quasi un anno, se la Roja riuscirà ancora a far inchinare i francesi.

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L’Italia del calcio avanza in Europa

7 dicembre 2012

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Se ci fosse un’agenzia di rating per il calcio nazionale, il nostro, al giro di boa di dicembre, verrebbe valutato positivamente. Le squadre italiane in Europa hanno fatto il loro dovere, ad eccezione dell’Udinese. Cinque squadre su sei qualificate al turno successivo è un dato confortante, in linea con le performances degli altri grandi Paesi. Solo la Germania ha centrato l’en plein, con sette squadre su sette, mentre la Spagna, come l’Italia, ne ha persa una per strada (l’Athletic Bilbao). Il calcio inglese, promosso a pieni voti in Europa League, ha deluso invece in Champions: solo due qualificate, Manchester Utd e Arsenal, Chelsea (da campione in carica) retrocesso in Europa League e Manchester City spedito a studiare sui libri di scuola. Decimata la Francia, che pure ci segue da vicino nel ranking Uefa: delle sei squadre presentate, appena tre (Psg, Bordeaux e Lione) hanno varcato le colonne d’Ercole della qualificazione. Segno che il calcio transalpino, Psg compreso, deve fare ancora tanta strada prima di entrare nell’Eden del pallone.

Da febbraio si comincia a fare sul serio. Ed è lì che si parrà la nobilitate del nostro calcio. Le cui speranze sono saldamente aggrappate alla Juventus, fiore all’occhiello della Serie A. Il modo con cui i bianconeri si sono sbarazzati del Chelsea e hanno espugnato la gelida Donbass Arena autorizza a pensare in grande. Solo Real e Barcellona sono davanti, ma i bianconeri non partono battuti. Il Milan, nel girone, ha tirato fuori gli artigli nei momenti più cruciali: le prospettive non sono rosee, ma difficilmente i rossoneri perderanno la faccia anche contro un avversario di caratura scintillante. In Europa League, Inter e Lazio hanno staccato il pass per i sedicesimi in maniera autoritaria: di big in giro ci sono solo Chelsea e Atletico Madrid, tutte le altre partono dietro o almeno appaiate alle nostre. Il Napoli deve decidere cosa fare da grande: in Europa la squadra di Mazzarri si è presentata infarcita di riserve e in più di un’occasione ci è scappata la figuraccia. Che, per ora, il calcio italiano ha evitato.


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